“
Quando s'incontrarono a guardarsi, colei, fattasi ancor più brutta, si riscosse come persona sorpresa.
- Che diamine...? - cominciava Renzo, alzando anche lui le mani verso la donna; ma
questa, perduta la speranza di poterlo far cogliere all'improvviso, lasciò scappare il
grido che aveva rattenuto fin allora: - l'untore! dàgli! dàgli! dàgli all'untore!
- Chi? io! ah strega bugiarda! sta' zitta, - gridò Renzo; [...] Allo strillar della vecchia, accorreva gente di qua e di là; [...] Nello stesso tempo, s'aprì di nuovo la
finestra, e quella medesima sgarbata di prima ci s'affacciò questa volta, e gridava
anche lei: - pigliatelo, pigliatelo; che dev'essere uno di que' birboni che vanno in giro
a unger le porte de' galantuomini. ”¹;
Che dire, la Storia si ripete e questo brano tratto da I promessi sposi del Manzoni in cui Renzo è additato come untore, sembra di un’attualità sorprendente poiché, con le dovute differenze in quanto a gravità, oggi abbiamo a che fare con un nuovo “flagello“: il coronavirus o
covid-19 . Ha avuto origine in una regione della sterminata Cina e i dati riportano un incremento dei casi di contagio.
Per la cronaca, la peste sfiorò anche Ostuni nel 1656 senza causare i terribili danni che altrove furono devastanti. Gli ostunesi accreditarono lo scampato pericolo a sant’Oronzo, ma un sostanziale benefico apporto si ebbe anche all’utilizzo della calce che, oltre a far bianca la città, si rivelò un formidabile disinfettante naturale.
Xenofobia
Untore è l’attributo che nel Seicento fu dato a presunti spargitori della peste, di solito forestieri. Si credeva, infatti, che vi fossero persone che volontariamente spalmavano miscele letali allo scopo di diffondere il contagio. Questi fantomatici untori erano il capro espiatorio della paura popolare, dell’impossibilità di razionalizzare il
male : non si conoscevano i virus, i batteri, i microbi e così via, dunque doveva esserci la volontà maligna di nuocere. Ora, proviamo a sostituire il vocabolo “untore” con “cinese”:
il cinese! dàgli! dàgli! dàgli al cinese! È purtroppo ciò che sta succedendo in questo momento: un comportamento assurdo, destinato ad aumentare nei suoi aspetti di pura malvagità. Eppure, nonostante siano trascorsi quattrocento anni, la scienza abbia fatto passi da gigante e ci sentiamo un po’ tutti “moderni”, la paura immotivata dello straniero è addirittura aumentata. È la xenofobia, letteralmente paura (irragionevole) dell’estraneo. In psicologia la differenza tra paura e fobia sta proprio nelle motivazioni, per cui la prima è una risposta fisiologica a uno stimolo esterno reale (per esempio, un cane ringhia e si avvicina con fare minaccioso). La fobia, invece, è l’ansia immotivata in assenza di uno stimolo reale (“sono in continuo allarme perché
forse un cane potrebbe avventarsi”). La xenofobia appartiene, dunque a questo secondo ambito e, a differenza di altre fobie, è anche legata alla mancata conoscenza, all’indisponibilità/difficoltà di sapere e di allargare i propri orizzonti mentali.
Caccia alle streghe
Il capro espiatorio è il soggetto/oggetto su cui si riversano le proprie angosce e problemi irrisolti. Secondo Freud, esiste un’ansia nevrotica non legata, appunto, a un rischio immediato e reale, bensì alla percezione di un pericolo interno. In altri termini, questo meccanismo inconscio, spinge a individuare negli altri un pericolo che in realtà è in noi stessi e che sarebbe troppo angoscioso e stressante da affrontare: “
la colpa è di Tizio, non può essere mia! ” Nel soggetto xenofobo questo meccanismo di spostamento e proiezione, è costantemente presente e si riferisce a qualsivoglia situazione nella quale la soluzione meno complessa è addossare le responsabilità su altri, al di là di ogni ragionevole evidenza. Rispetto ad altre fobie, è molto frequente che gli affetti da xenofobia facciano gruppo, moltiplicando esponenzialmente il rischio di crimini “giustificati” proprio dalla condivisione con altri, del proprio delirio. In questo quadro, l’altro (il diverso, l’untore, il ne(g)ro, il cinese, l’omosessuale, l’ebreo, ma anche il vicino di casa, chi non ci dà la precedenza in auto, ecc. ecc. ecc.), diventa l’oggetto della diffidenza fino a essere considerato inferiore, disumanizzato. Infatti, la condizione necessaria per sentirsi moralmente nel giusto, è che l’altro non sia propriamente “umano”. Non come noi, dunque emarginabile se non eliminabile.
Panico e allarmismo: i migliori alleati di qualsiasi contagio
Non so come evolverà il covid-19. Al momento in cui scrivo, si registra un decremento dei contagi in Cina e i primi casi In Italia*. Ciò che, però, sta aumentando a dismisura sono il contagio xenofobo e i casi di stupido, insensato e pericoloso razzismo. Solo alcuni esempi:
- Cagliari, ragazzo filippino picchiato sul bus: “Sei cinese e trasmetti il coronavirus”
- Catanzaro – “Sporco cinese” e dà un calcio ad un bimbo di 5 anni di origini filippine che voleva giocare con i figli
- Frosinone – Sassi contro studenti cinesi dell’Accademia
- Torino: Giovane fatta scendere da un bus “Sei cinese”
- Bologna, aggredito e insultato un bambino italo-cinese.
- Anche alcune testate giornalistiche (?) fanno la loro parte, come Libero: “Mangiano i serpenti e poi i cinesi crepano” (a questo proposito c’è da chiedersi quale sarebbe stato il titolo, se l’infezione fosse nata in Italia e trasmessa, per esempio, dagli agnelli piuttosto che dagli uccelli da cacciagione).
- Anche sui Social, poi, la solita schiera di veri e propri untori, questi sì, propaga odio e notizie false. Per conoscere la situazione reale e aggiornata, invito a visitare il sito del Ministero della Salute².
Se la Storia si ripete, allora facciamone tesoro: l’escalation della xenofobia porta a conseguenze drammatiche, violenze e inevitabili lutti. Per tutti. Il miglior antidoto alla xenofobia è la curiosità: il desiderio - o almeno lo sforzo - di conoscere, di informarsi e non dare per scontato il “sentito dire”. La disponibilità ad ascoltare e immedesimarsi con gli altri, è la migliore cura, almeno per la nostra salute mentale.
*Aggiornamento: probabilmente quando lo leggerete questo articolo la situazione del covid-19 sarà differente, benché il tema non sia il nuovo coronavirus, ma la xenofobia. Al momento (25 febbraio), si registra una progressione del contagio in alcune regioni del nord Italia e, di pari passo, l’escalation del panico con comportamenti assolutamente spropositati (manco fosse davvero la peste manzoniana…). Austria, Svizzera e altri Stati, stanno filtrando, quando non vietano, gli accessi dall’Italia.
1 I promessi sposi (1840) - Capitolo XXXIV
2 http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus